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mercoledì 11 febbraio 2015

Pensieri sparsi

La sveglia che suona. Le lenzuola spiegazzate tra le gambe. La pesantezza del piumone sulla pelle.
Contare fino a tre e alzarsi dal letto, di tutta fretta. Cercare di scaldarsi con del caffélatte bollente. Berlo vicino alla finestra della cucina. Guardare il cielo.
E' chiaro. Ah, che bello. Oggi sarà una bella giornata.
Lavarsi, scegliere un vestito da indossare. Pettinarsi. Osservare la propria faccia allo specchio e fare boccacce. E poi ridere. Che stupida.
Uscire di casa. Scendere le scale. Sentire l'aria calda dell'inverno. Aaahh... ma che bella giornata.
Camminare sul marciapiede e osservare i movimenti là, intorno.
Il volo della gazza ladra. Passanti che entrano e escono nei bar. Sguardi sfuggenti. Studenti che vanno verso l'università. Gruppi di amici. Ridono. Ah, che belli che sono. Ridono tutti.
Un lungo ponte di un bianco sporco. Da quanto tempo sarà qui.
Un fiume grigio. Il verde oppresso dal cemento. Gabbiani. Che buffi. Volano. Planano sull'acqua. Affondano la testa nel fiume. Rimangano a galleggiare, trasportati dalla corrente.
Macchine che passano, che si fermano, che sfrecciano, che procedono con calma. Una basilica dorata là, infondo.
E rido del mondo.

Eccomi. Eccomi qui, in mezzo al movimento incessante di una città che non si ferma mai. Eccomi qua. Vedo gli sguardi sfuggenti di chi mi sta intorno. Io non smetto mai di sorridere. Mai un minuto.


Eccomi. Seduta su questo letto, a fine giornata. Col mio cuore ruvido in mano. E mi domando quando. E mi domando come. E mi domando perché.
Sono ancora qui, a sognare. Sono ancora qui a sperare e a cercare di realizzare.
Io che scrivo, do in pasto a chiunque il mio debole cuore. Eccolo là, lanciato da chissà chi, in mezzo alla gabbia di leoni. Prendete quel che volete. Prendete ciò che desiderate. Squartatemi e uccidetelo questo cuore.

Vivo per raccontare del mondo che mi circonda. Vivo per raccontare di me. Che cosa dovrei mai dire? Quale parola dovrei mai intonare, se non quella che viene cantata dalla mia anima?

Ecco come passo il tempo.
Mi faccio strappare il cuore dal petto. Una volta restituito, trascorro le mie giornate regalando sorrisi al mondo. E mi munisco di ago e fili per riaggiustarlo.
Questo cuore di pezza vigilato da occhi di falco...


(Pensieri sparsi, come sempre, come non mai, come prima, come domani, come ieri, come dopo, come per sempre, come mai più.)


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