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venerdì 9 maggio 2014

Su "Non io, non qui"

Scrivo questo post a causa delle numerose polemiche che il video di presentazione del mio nuovo romanzo ha suscitato. Quindi andrò in ordine.

Il libro parla di te?
No, il libro non parla della mia storia. E' una storia assolutamente vera, ma, naturalmente, è romanzata. Prendete la storia come una testimonianza, una denuncia.
Quando dico che ho avuto un'esperienza simile, parlo di violenza in generale. Ma se la mettiamo su questo punto, tutti riceviamo o abbiamo ricevuto almeno una volta nella vita qualche tipo di violenza (psicologica, fisica, verbale ecc).

 Perché non parli della violenza sugli uomini?
Se non ne parlo, non vuol dire che la escludo. In 6:30 minuti ho dovuto dire tante cose. Avrei potuto spaziare e aggiungere altro, ma volevo essere sintetica e inerente al tema. Quando si parla di violenza, ci sarebbe così tanto da dire, che un video, un libro, una chiaccherata non basterebbero a esaurire l'argomento. Mi scuso con chi si è sentito offeso. Potremmo parlare di ciò che volete privatamente.

Parli da femminista.
Voglio chiarire una cosa. Quando io mi dichiaro femminista, non ho in mente di sottomettere gli uomini e di dare il potere alle donne. Quello che vorrei raggiungere è la parità dei sessi, è un mondo in cui ci siano PARI diritti per entrambi. Questo oggi non accade. La frase: "Le donne sono tutte puttane" (che viene pronunciata dalle donne stesse) è degradante, retrogada e maschilista. Dà per scontato che le donne siano delle poco di buono a prescindere, che sia inscritto nel loro DNA, che basano tutto sul sesso.
Bene, ora mi domando: ma i ragazzi non fanno lo stesso?
Bisognerebbe smettere di fare una distinzione di genere (come di "razza", ma questa è un'altra storia) e cominciare a fare una distinzione di PERSONE.
Ecco per che cosa mi batto io. Ecco perché denuncio la violenza sulle donne.

Per ora è tutto, se c'è altro da domandare, sono sempre a vostra disposizione.

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